Orientamento clinico terapeutico nel Sarcoma di Kaposi.
La scelta del tipo di trattamento nel sarcoma di Kaposi (SK) dipende da numerosi fattori. Essa deve anche tenere conto oltre la tipologia di pazienti in cui insorge immunocompromessi (classico) e non (iatrogeno, epidemico-HIV correlato ed endemico), una accurata valutazione dell’estensione della malattia, la rapidità di progressione, dei sintomi prodotti e del obiettivo del trattamento che si intende raggiungere.
Nel SK classico le forme localizzate possono essere trattate con la chirurgia o con campi limitati di radioterapia (fotoni o elettroni). Nelle forme a rapida evoluzione diffuse ma limitate alla cute, la radioterapia risulta estremamente efficace mentre l’ utilizzo di campi estesi può essere considerata in casi selezionati (irradiazione subtotale della cute al di sotto della linea ombelicale). In alternativa, la monochemioterapia settimanale con alcaloidi della vinca (Vinblastina o Vinorelbina) rimane a tutt’oggi il trattamento di scelta. I risultati sono soddisfacenti in termini di controllo locale della malattia, con alto indice terapeutico. Alla progressione possono essere considerate come alternative, il ritrattamento con alcaloidi della vinca per i pazienti con lungo intervallo libero alla progressione o l’uso di altri farmaci come le antracicline liposomiali, i taxani con schemi settimanali. In casi selezionati in pazienti con malattia diffusa a lenta evoluzione, la strategia terapeutica può svolgersi con la sola osservazione clinica, mentre in quei pazienti dove viene escluso un trattamento sistemico per comorbidità, può essere utilizzata la chemioterapia intralesionale .
Per i Sarcomi di Kaposi epidemici correlati all’infezione del virus HIV, l’uso di nuove terapie retrovirali di combinazione nota come “highly active antiretroviral therapy (HAART) è in grado di indurre regressioni in più della metà dei casi con prolungamento significativo dall’ intervallo libero da progressione. La HAART trova indicazione come trattamento primario nelle forme lentoproliferative e nel mantenimento post-chemioterapia nei pazienti con malattia avanzata soprattutto nei casi in cui è stato possibile ottenere una riduzione significativa. Candidati a chemioterapia sono i pazienti resistenti all’HAART, i pazienti con malattia rapidoproliferativa e/o disseminata e quelli con interessamento di organi vitali. Le antracicline liposomiali, ed in particolare ADM-L, e il Taxolo rappresentano attualmente dei farmaci ottimali per la chemioterapia di prima linea mentre la Vinorelbina è attualmente considerata il farmaco di elezione nella terapia di salvataggio. Il ruolo di farmaci antiangiogenetici (thalidomide-interferone) e degli inibitori PDGF/c-kit (imatimib mesylato) nella strategia globale del trattamento del SK è da definire in studi futuri.